Filo rosso

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Convitato di pietra, chissà se hai voluto giocare a carte scoperte o se sei stato tradito dal gravatar collegato ad altro sito. Solo tu potresti disvelarlo se mai dovessi ripassare a leggere quanto di tanto in tanto scribacchio. Io scrivo sempre per “te”, e in questo “te” di tanto in tanto si incarnano anche “altri” come T, ad esempio, che io ho scelto a mia interlocutrice privilegiata, un’interlocutrice difficile a volte, difficile in modo diverso da come eri tu perchè lei scrive di “cose diverse” ma ne scrive in un modo che ti piacerebbe e anche tanto, secondo me. E’ passata tanta acqua sotto i ponti e tante cose sono cambiate dal tempo in cui tu facevi “incursione” nei miei tanti blog  lasciando parole che mi hanno tenuta “attaccata alla vita” in quel momento di grande confusione e di incommensurabile dolore. Mi hai tenuta attaccata alla vita con le tue parole perchè le parole sono importanti, nel bene e nel male. Qualcuno all’epoca del blog madre pensò addirittura che ti avessi inventato. Te lo ricordi? E invece ti aveva inventato la vita per me, il destino che mi proiettava in avanti laddove io non vedevo niente altro se non un grande buio. “Piove, piano ma piove” scrivevo e poi …la storia di Maria e  le canzoni di Fossati e tanto altro. Ogni tanto ma raramente io ci ritorno nella mia”casa madre” qui in rete, io che sono l’unica ad avere le chiavi di una casa invecchiata e piena di polvere, forse l’unica casa che riconosco come mia, ma non per rileggere i miei deliri passati ma per ritrovare te nelle tue parole. Per risentirti. E ogni tanto quando penso di volere scrivere sul “serio” penso di ripartire da “I racconti dell’Anonimo” perchè così farei se davvero decidessi di uscire dalla dimensione diaristica e scrivere del “mondo altro”. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto e meno male perchè in questo grande mondo piccolo piccolo le affinità di spirito ci sono, e ci sono le fratellanze e le sorellanze di parole. Potrei anche dire “il filo rosso”

13 pensieri su “Filo rosso

  1. Difficile dimenticare chi ci ha fatto superare momenti bui….mi è piaciuta molto l’idea di considerare casa uno spazio virtuale, seppur in maniera un po’ sofferta perché ovviamente non può donare molto nella sfera reale.
    Ma hai di nuovo ragione quando dici di avere le chiavi per ritrovate il piacere delle parole e delle sensazioni positive che ti hanno regalato….

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    • Non sono d’accordo con te. Se i rapporti “virtuali” hanno spessore possono essere tanto importanti quanto quelli “in presenza” e a volte magari anche di più. Sono “scelti” con un atto di ri-flessione profonda, quella consentita dallo scritto, una dimensione talvolta poco esistente nei rapporti “in presenza”. In quanto a considerare “casa” questo mio spazio so che se così non fosse non potrei scriverci alcunchè. Ma anche tu mi sa che consideri il tuo blog come una casa e fai ancora di più offrendo ai tuoi convitati “the e chiacchiere”. Almeno a me pare così. Ciao, 😉

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      • È uno spazio che si decide di creare ed è bello sperare di poter condividere qualcosa con persone che apprezzino i nostri sforzi e simpatia.
        Ma io sono una persona “fisica” nel senso che ho bisogno anche di toccare con mano, però certo questa è solo la mia visione 😉

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      • Non che la “fisicità” non abbia importanza. Al contrario. Per me è però solo una “dimensione” tra le altre. Nel periodo in cui stavo tanto male per esempio mi sono state di sostegno più le parole dell’anonimo, che in qualche modo era “distante e virtuale” di certi amici “fisici e in carne”.

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  2. il filo rosso c’è. A volte non lo sappiamo vedere, sembra s’interrompa, ma io credo ci sia sempre, e sempre tutt’uno, a tenere insieme i pezzi di questa umanità difficile che ci troviamo a incarnare (che è uguale a dire “salvare”, forse) tra compresenza e distanza, tra aperture vaste e spiragli verso l’altrove, che comunque ci attraversa. Tu, che sai riconoscere a una persona il merito di averti tenuta attaccata alla vita attraverso le parole, forse non lo sai, ma se non mi fossi imbattuta in questo tuo traboccare d’accoglienza (virtuale? no no, reale!) e fede nel miracolo dell’incontrarsi, io avrei continuato a tenere i miei post quasi tutti chiusi in fondo al cassetto. Abbraccio..

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    • E’ stata una gran fortuna incontrarsi. Io l’ho saputo da subito ma man mano che passa il tempo ne ho la conferma quotidianamente. Tu poi questi cassetti li devi aprire perchè hai avuto in dono un talento e non puoi tenertelo tutto per te. Le cose belle si devono condividere. E’ giusto che sia così. Abbraccio ricambiato e non virtuale eh, è reale. Non la senti la stretta?

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