Pietra di pazienza

Bellissimo romanzo di Atiq Rahimi da cui è stato tratto l’omonimo film, film bello quasi quanto il romanzo che l’ha ispirato, Pietra di pazienza, che vi consiglio caldamente, mi offre il destro per mettervi al corrente di quello che è il mio ultimo progetto, il progetto ambizioso cui accennavo qualche post fa. Eh lo so bene che più di qualcuno tra voi non ci dorme più la notte tentando di immaginare la prossima “impresa” di Svirgola, vero T.? E’ tutta mia la colpa? E anche tu Francesca, non è che le difese immunitarie ti sono crollate tutte all’improvviso per lo sforzo di immaginare il progetto svirgoliano?  Uscendo da questo svirgolacentrismo (quasi) insopportabile a me medesima ché io preferisco i margini e non i centri, veniamo al dunque. Qualche mese fa mi sono avvicinata al rockpainting ed ho cominciato a collezionare pietre dalle forme più svariate e a decorarne qualcuna. Le suddette pietre che hanno fatto su e giù per la casa, dalla camera degli orrori alla stanza padronale e viceversa fermandosi di tanto in tanto anche in soggiorno, mi interrogano quasi quotidianamente guardandomi con sospetto. Ma perchè non ci lasci un po’ in pace e non ti rassegni? Con le parole forse qualcosa puoi anche fare, sono più duttili, le puoi manipolare a tuo piacimento ma con noi? Ma che pensi di poterci fare con noi? E quando ti ritiri? Rassegnati, cercati un altro passatempo, datti all’ippica, vatti a fare gli ultimi bagni di stagione. Io incasso il colpo e raramente replico. Ma posso dargliela vinta? Mi ci vedete? Una disfatta così totale dopo averle portate su e giù per la casa negli ultimi sei mesi? Procrastinatrice seriale, è vero ma a tempo debito io poi le faccio le cose eh. Forse la sto facendo troppo lunga. Meglio venire al sodo. Cinque o sei mesi fa ho cominciato a lavorare per Natale, ho cominciato per tempo ché il Natale è una cosa seria a casa di Svirgola e il Natale non si fa procrastinare. In breve, pensando a un presepe diverso, ho prodotto all’epoca la seguente natività:

DSCN6645.JPGChe nessuno si azzardi a ridere, mi raccomando. Sapete quanto ci ho lavorato per arrivare al prodotto finito? Solo Gesù, Giuseppe e Maria sanno quanto mi hanno fatto dannare i loro volti. I visi sono la cosa più difficile da fare e prima di arrivare ad avere dei tratti almeno accettabili quante sbavature e prove, ragazzi! La ieraticità di questa natività è assolutamente casuale e del tutto non voluta. So che non faticherete a crederci.

Non completamente soddisfatta di questa prima natività sempre in quel periodo ho prodotto: due San Giuseppe, due Marie, i bambinelli saranno stati almeno tre, due re magi, due asinelli, due buoi e una lavandaia.  Poi è arrivato il cancro o meglio la diagnosi e mi sono fermata. Ora che però sto un po’ meglio vorrei riprenderlo questo progetto e portarlo a termine nei giusti tempi ed è così che mi sono ripresa tutte le mie pietre e sto riflettendo. I sassi di mare sono tutti un po’ troppo piatti. Le Marie e i San Giuseppe non mi stanno in piedi da soli. Hanno bisogno di sostegni. Gli altri personaggi, che sono venuti dopo, si reggono bene da soli. Ora, delle due l’una. O mi trovo delle pietre morfologicamente diverse e li rifaccio entrambi o devo trovare una soluzione alternativa. Se utilizzo quelli già fatti devo rifargli i connotati del volto ché qualcosa ancora non va. Cosa farà la nostra eroina?

P.S. to be continued