In punta di lapis

In punta di lapis ho provato ancora una volta a disegnare Anna. Le somiglia? Lei si riconoscerebbe? Boh. Mi basterebbe aver catturato un/millesimo della sua anima e della sua passione. Di se stessa diceva:

“Ce metti una vita a piacerti, e poi arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci.Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… e a chi no, mejo così. Anche se lo ammetto, è più raro trovà un uomo a cui piaci, che te piace, che beccà uno ricco sfondato a Porta Portese!
Ce metti na vita per contà i difetti e riderce sopra, perché so belli, perché so i tuoi. Perché senza tutti quei difetti, e chi saresti? Nessuno.
Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante.
Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”.
Eppure, dopo tanti anni li ho capiti.
C’ho messo na vita intera per piacermi.
E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!”

Mah! A me è sempre sembrata bellissima.

Anna

5 pensieri su “In punta di lapis

  1. E’ bella di quella bellezza dolente, intensa, che non è bellezza dei lineamenti ma di quel qualcosa che ti fa dire “è una bella persona, una persona che mi piacerebbe conoscere, con cui siocuramente varrebbe la pena parlare”. Poi magari quelli che la fermavano per strada vedevano prima di tutto l’attrice, la star, però ci sono persone che anche se sono star “esternamente”, dentro non lo diventano mai, sono se stesse, e suscitano un affetto che non è solo attrazione per chi è famoso. E l’istinto dio sapere che quella persona è famosa solo perché è stata capace di esprimere qualcosa che appartiene a tutti.

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  2. Bello; del resto il volto della Magnani io lo concepisco solo in bianco e nero.
    Ormai impera l’ “altra” bellezza. Sciascia una volta ha scritto di una donna bella, ma di quella bellezza destinata “all’acquirente che non vuole essere frodato sul peso”. Idea resa perfettamente, direi.

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