Pomodori verdi fritti …

La mia è una casa assolutamente “antispreco”. Qui si ricicla quasi tutto. In primis l’acqua che è bene preziosissimo. Quando si lavano le verdure di qualsivoglia tipo, mica si butta via l’acqua “sporca”, ma neanche per idea. L’acqua, a seconda dei momenti, va a bagnare le piante del cortile o della veranda. Non è insolito quindi scoprire che una pianta grassa si accompagni a un peperone o che in un vaso di sola terra spuntino dei pomodori:

La pianta, di cui siamo più orgogliosi io e il compagno, è un melograno che spontaneamente nacque circa sei anni fa quando noi eravamo in un’altra casa. Adesso è un piccolo ma robusto alberello, in vaso, che fa bella mostra di sé nella veranda antistante la casa. Ha resistito ai rigori dell’inverno passato ma non ci ha dato neanche un fiore quest’anno. Poi tante altre piante ci sono, il Beniamino per esempio di cui già vi ho parlato tempo fa e che merita un post tutto suo. Ma anche il carrubo, nato da seme,  che ci accompagna da qualche mese e che qui di seguito potete ammirare:

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“Noi siamo piccoli ma cresceremo …”

Ed ora un aggiornamento di servizio: Giulia ha scritto ed è palese che non è “chi io mi pensavo che fosse”. Benvenuta Giulia. 😉

Cara amica T scrivo

C’è una certa Giulia di Catania che ogni tanto passa da qui e lascia un “mi piace” ed io mi sono convinta da subito che si tratti di te. Su ogni suo “mi piace” lascio un sorriso mentre il pensiero va a te. Qui la vita scorre lenta, un giorno dopo l’altro, pigramente. Mi occupo quasi a tempo pieno della genitrice, che dorme dorme dorme come mai nella vita l’ho vista dormire. La mattina, dopo colazione, mi premuro di darle tutte le medicine e, conoscendola, sto lì finchè non sono certa che le abbia prese sul serio, ché lei è piuttosto farmaco-restia. Poverina!!! Devo averle frantumato lo stomaco con la pasticca del ferro che per una decina di giorni le ho fatto assumere dimenticando sistematicamente di darle anche un gastroprotettore. Sulla pastiglia della pressione le faccio spesso qualche sconto ché con le temperature che ci sono quaggiù, la pressione cala da sé che è una bellezza. La mattina, presto, si va al mare almeno per un paio d’ore. Dobbiamo sembrare davvero uno strano trio agli avventori della nostra spiaggia proletaria. Io, la novantenne a braccetto e il compagno capellone, carico a mulo, che sembra essere uscito da un film anni settanta. Sotto l’ombrellone, mia mamma si gode ogni refolo d’aria, io guardo il mondo tutto attorno a me mentre il compagno legge, legge, legge …

Non ci siamo più scritte io e te. Non so perchè tu non scrivi più mentre credo di immaginare perchè io non ti scriva più. Credo che sia per via di quel progetto di cui si è parlato tra noi mesi fa. A un certo punto ne ho avuto paura. Non saprei bene dire perchè ma ho incominciato ad averne paura e non sono riuscita a parlartene di questa mia paura. Temevo di deluderti, in qualche modo. Ogni giorno cerco di immaginarTi in qualche modo. Dove sarai, a cosa starai pensando? Starai bene? E quando passa Giulia e mette un “mi piace”, pur senza proferire parola alcuna, mi dico di sì, che stai bene e sorrido.

Paradiso del gusto

Metti che fuori ci sia un’aria rovente, metti che il compagno sia sistemato in camera davanti a un telefilm piuttosto improbabile e la mamma novantenne riposi sotto le pale di un bel ventilatore nella camera che era degli orrori e che momentaneamente ha assunto un’aria piuttosto  abitabile, che cosa c’è di meglio da fare che accendersi l’aria condizionata e mettersi a dipingere un po’?, non prima di essersi spalmato un cucchiaino di confettura di albicocche (a proposito, è venuta buonissima!!!) su una frisellina integrale bella croccante croccante.  Perchè il dolce sul salato apre le porte del paradiso del gusto. Garantito. Quasi quasi me ne faccio un’altra … 😉

Tahiti (più o meno)

Prendi un quadro tra i più famosi di Gauguin, mettilo nei pennelli di Svirgola e ne verrà fuori una cosa più o meno così:

Gauguin secondo Svirgola

Gauguin secondo Svirgola

E intanto sotto il maestrale urla e biancheggia il mare, mentre mi occupo quasi a tempo pieno della genitrice che nel giro di poche ore si è trasferita da me. Ve lo immaginate il traffico di oggetti che c’è stato, da sotto il  letto della stanza  degli orrori a sotto quello della stanza padronale giusto due giorni fa?. E’ stata dura ma sono ancora viva! 😉

Nothing left to say …

… but goodbye. Così cantano gli Audioslave in questo momento. Il volume è alto ed io penso invece che qualcosa da dire ci sia ancora. Si va via, lo so. A volte non possiamo fare altro che andarcene ma si può anche tornare, talvolta. Volendo. Certo i ritorni non sono sempre facili. Bisogna assumersi il rischio di una porta in faccia, o di non ritrovare quella confidenza di prima. Può succedere. Si va via per tante ragioni o per nessuna, certe volte. Ma si torna. Si può. Quanti ritorni devo fare io? Beh qualcuno sicuramente. Quanto vorrei tornare da te o che tu mi tornassi e concedimi questo “mi” così poco grammaticale. Questo “mi” della grammatica del mio cuore. Mi manchi.

Fammi una foto … ma da lontano

Non amo essere fotografata. Non avrò che una ventina di foto di me.  “Fammi una foto … ma da lontano”. Era il massimo che potevo concedere là dove nel tempo ho dovuto cedere, talvolta. Ho le foto di qualche compleanno e di pochissime altre occasioni.  Sempre accigliata  e immusonita nelle foto.

Da lontano stamattina alle otto così era la torre e il mare:

Torre Lapillo alle 8 del mattino

Mi concedo delle passeggiate alle otto alle dieci del mattino. Non mi sento ancora completamente a mio agio nel contesto spiaggia e non smetto mai di pensare che il sole mi può essere nemico. Ricoperta da una spessa patina di crema iperprotettiva che dà alla mia pelle un biancore mai conosciuto, devo ritrovare familiarità e anche un po’ di confidenza con il sole. Non sono ancora completamente in vacanza. Siamo in fase scrutini di fine anno con annessi e connessi. E Deo gratias il ministero sembra essersi dimenticato di me quest’anno. Non sono stata nominata per l’esame di stato anche se ancora qualche rischio lo corro. Ci sono le coscrizioni dell’ultima ora quando arriveranno le defezioni dei colleghi.

Non ho ancora fatto bagni. L’acqua è gelida ma credo che non potrò resistere ancora a lungo. Come si può resistere a un’acqua così cristallina?

 

Toponomastica

Post brevissimo: visto un telegiornale pochi minuti fa. Oggetto del servizio che mi ha colpito in fronte: voto di scambio a Sant’Antimo. Il giornalista punta la telecamera sul nome di una strada: Via B. Giordano.

Cazzarola, un po’ come la via H. Victor di Torre Lapillo. E ci vogliamo davvero meravigliare che in codesti ameni posti si faccia talora voto di scambio??? E dopo cotante riflessioni me ne vado in spiaggia … mare mare. 😉