Madonna bambina

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Svirgola’s Madonna Bambina

Ho ripreso una madonna e le ho rifatto il viso. Sapete che i visi mi danno il tormento. Questa è una madonna che non sta in piedi, fatta tempo fa, è su sasso piatto e sembra avere una ferita per labbra. E’ molto imperfetta ma perchè mi piace? Sarà davvero vero che ogni “scarrafone è bello a mamma soja”? 😉

Di Torri e Madonne

Torre Lapillo una sua Madonnina già ce l’ha. Eretta nel 1989 di fronte al mare, su una guglia leggermente ricurva di cinque metri circa, con le braccia aperte quasi a volere abbracciare tutta la baia vicino a quello che fu il Bar Oriente che diventò poi Bar Orient perdendo la e finale, senza che nessuno si preoccupasse nei decenni di ripristinare il suo nome intero. Bar sparito nell’ultimo anno e in via di ricostruzione. In occasione della Madonna dell’Assunta si tiene qui una processione importante dove confluiscono le devozioni di tutto il Salento e dei turisti che hanno la ventura di passare ivi il Ferragosto e i giorni immediatamente successivi. Festa completa di luminarie, fuochi di artificio, banda e annessi e connessi.

Da ieri sera Torre Lapillo può vantare un’altra piccola madonnina: è una Madonna con mille imperfezioni ma finalmente sono riuscita a dare un “volto” giusto, insomma un volto che mi piace. Ora il punto è: fatta una Madonna con un volto soddisfacente, ci tocca fare un San Giuseppe che possa starle accanto senza sfigurare. Praticamente cantieri aperti anche oggi … 🙂

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Svirgola’s Madonna della Torre

Pietra di pazienza

Bellissimo romanzo di Atiq Rahimi da cui è stato tratto l’omonimo film, film bello quasi quanto il romanzo che l’ha ispirato, Pietra di pazienza, che vi consiglio caldamente, mi offre il destro per mettervi al corrente di quello che è il mio ultimo progetto, il progetto ambizioso cui accennavo qualche post fa. Eh lo so bene che più di qualcuno tra voi non ci dorme più la notte tentando di immaginare la prossima “impresa” di Svirgola, vero T.? E’ tutta mia la colpa? E anche tu Francesca, non è che le difese immunitarie ti sono crollate tutte all’improvviso per lo sforzo di immaginare il progetto svirgoliano?  Uscendo da questo svirgolacentrismo (quasi) insopportabile a me medesima ché io preferisco i margini e non i centri, veniamo al dunque. Qualche mese fa mi sono avvicinata al rockpainting ed ho cominciato a collezionare pietre dalle forme più svariate e a decorarne qualcuna. Le suddette pietre che hanno fatto su e giù per la casa, dalla camera degli orrori alla stanza padronale e viceversa fermandosi di tanto in tanto anche in soggiorno, mi interrogano quasi quotidianamente guardandomi con sospetto. Ma perchè non ci lasci un po’ in pace e non ti rassegni? Con le parole forse qualcosa puoi anche fare, sono più duttili, le puoi manipolare a tuo piacimento ma con noi? Ma che pensi di poterci fare con noi? E quando ti ritiri? Rassegnati, cercati un altro passatempo, datti all’ippica, vatti a fare gli ultimi bagni di stagione. Io incasso il colpo e raramente replico. Ma posso dargliela vinta? Mi ci vedete? Una disfatta così totale dopo averle portate su e giù per la casa negli ultimi sei mesi? Procrastinatrice seriale, è vero ma a tempo debito io poi le faccio le cose eh. Forse la sto facendo troppo lunga. Meglio venire al sodo. Cinque o sei mesi fa ho cominciato a lavorare per Natale, ho cominciato per tempo ché il Natale è una cosa seria a casa di Svirgola e il Natale non si fa procrastinare. In breve, pensando a un presepe diverso, ho prodotto all’epoca la seguente natività:

DSCN6645.JPGChe nessuno si azzardi a ridere, mi raccomando. Sapete quanto ci ho lavorato per arrivare al prodotto finito? Solo Gesù, Giuseppe e Maria sanno quanto mi hanno fatto dannare i loro volti. I visi sono la cosa più difficile da fare e prima di arrivare ad avere dei tratti almeno accettabili quante sbavature e prove, ragazzi! La ieraticità di questa natività è assolutamente casuale e del tutto non voluta. So che non faticherete a crederci.

Non completamente soddisfatta di questa prima natività sempre in quel periodo ho prodotto: due San Giuseppe, due Marie, i bambinelli saranno stati almeno tre, due re magi, due asinelli, due buoi e una lavandaia.  Poi è arrivato il cancro o meglio la diagnosi e mi sono fermata. Ora che però sto un po’ meglio vorrei riprenderlo questo progetto e portarlo a termine nei giusti tempi ed è così che mi sono ripresa tutte le mie pietre e sto riflettendo. I sassi di mare sono tutti un po’ troppo piatti. Le Marie e i San Giuseppe non mi stanno in piedi da soli. Hanno bisogno di sostegni. Gli altri personaggi, che sono venuti dopo, si reggono bene da soli. Ora, delle due l’una. O mi trovo delle pietre morfologicamente diverse e li rifaccio entrambi o devo trovare una soluzione alternativa. Se utilizzo quelli già fatti devo rifargli i connotati del volto ché qualcosa ancora non va. Cosa farà la nostra eroina?

P.S. to be continued

Ambarabaciccicoccò

Tre o quattro mesi fa io senza la mia gamba tagliata ché allora era integra, o per la precisione apparentemente integra, ci siamo date al rock painting. Durante le passeggiate sulla battigia (io vivo al mare quattro stagioni su quattro) mi era capitato spesso di guardare i sassi distrattamente senza indugiare più di tanto sulle loro forme. Un bel giorno però ho preso a spiarne le forme e a immaginarmeli con un vestito nuovo. Mi sono procurata  dei pennelli, dei colori acrilici e ci ho lavorato un po’ su. Preciso che io e la manualità non andiamo molto d’accordo. Ci guardiamo sempre con reciproco sospetto e ci siamo tenute fino ad allora a debita distanza.

Una delle mie prime opere (che parola grossa!) è stata questa civetta di cui vado orgogliosissima pur riuscendo a vederne tutti i limiti:

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Prima civetta di Svirgola

Ambarabaciccicoccò: l’ho fatta io questa. Presa dall’entusiasmo del momento ho dato anche qualche compagno alla civetta. Poi è arrivato un periodo di intensissimo lavoro e ho dovuto abbandonare i miei quattro sassi su un tavolino Ikea. L’altro giorno ho ripreso in mano i ferri del mestiere  con cui ho armeggiato per qualche ora vanamente. Non era evidentemente il momento giusto. Ci riproverò uno di questi giorni. Il tempo non mi manca di certo in questa estate tutta squinternata.