Il modello rosso

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Chi ha avuto la ventura di conoscermi come blogger in passato, sa già che ho una particolare predilezione per Magritte, per i suoi amanti e le sue pagine bianche ma oggi ho scelto un altro dei suoi mirabili quadri ad accompagnare un post che mi è stato sollecitato in un commento. Fino a qualche mese fa ho avuto una salute di ferro e a parte gli acciacchi di stagione, la nevralgia al trigemino che un paio di anni fa mi ha dato filo da torcere per un annetto circa, un intervento alle tonsille intorno ai trenta anni (clinica privata convenzionata a Quartu Sant’Elena, da evitare mi raccomando!) in cui ho rischiato di rimetterci le penne … diciamo che avrei potuto definirmi “di sana e robusta costituzione”. La realtà è che sono una fumatrice impenitente da decenni (diversi decenni) e questo mi rende un soggetto a rischio e per dirla tutta sono anche un po’ fatalista. E qui mi fermo senza chiosare e passo oltre. All’inizio dell’estate, ma in periodo ancora lavorativo, mi sono ritagliata il tempo di una visita medica  e nel giro di qualche giorno dalla visita, un esame istologico ha confermato il timore del mio dermatologo. Un  carcinoma maligno mi stava divorando la gamba destra. Dall’esito dell’esame istologico all’intervento chirurgico non sono passate neanche due settimane durante le quali sono passata dalla paura, al bilancio di quanto fatto a quel momento, ho pensato a tutte le cose da mettere in ordine prima di salutare, ho pensato ai diari segreti da distruggere, ho pensato di fare testamento (ci ho solo pensato non l’ho fatto), a chi lasciarli tutti i miei tesori? e soprattutto i libri? ho organizzato un “ultimo” pranzo di famiglia con la tavola apparecchiata di tutto punto e la cura di ogni dettaglio, insomma un pranzo da ricordare e soprattutto mi sono fatta “programmare” l’intervento in una data che mi consentisse di finire l’ultimo compito che mi era stato assegnato sul lavoro. Non volevo uscire di scena senza averlo portato a termine quel compito (che scema!). Ho anche sperato che la situazione non fosse compromessa fino a quel punto … penso di avere umanamente reagito come tanti avrebbero fatto, in modo assolutamente poco originale. Mi sono “affidata” ai medici completamente e cos’altro avrei potuto fare? E poi finalmente mi hanno “tagliato”, bontà loro, e ho cominciato la convivenza con la mia gamba tagliata, una nuova compagna di strada. L’ho medicata, l’ho curata, l’ho anche viziata un po’, a momenti.

Come sto ora? Beh, credo bene. Spero bene ma non ne ho la certezza assoluta perchè il caso ha voluto che il primo esame istologico (pre-intervento) abbia diagnosticato un carcinoma maligno di un certo tipo (non scendo nei dettagli ché credo che alla fine poco importi) mentre l’analisi condotta post intervento ha condotto a diagnosticare un carcinoma maligno di altro tipo e questo non è scientificamente possibile, cosa che mi è stata confermata da una delle mie nipoti che fa l’oncologa a Genova. Certo potrei farmi dare i vetrini dall’ospedale e andare a farli analizzare altrove e forse prima o poi lo farò. Per adesso non ci penso neanche perché non riesco neanche a immaginare di dovermi mettere in un “viaggio” di questo tipo. Questo cancro si è mangiato oltre alla mia gamba anche un bel po’ delle mie energie. Mi ha stancato. Quanto mi fido della “medicina tradizionale”? Abbastanza, ma non completamente. Se mi avessero prescritto terapie come la chemio o la radio, le avrei fatte. Nel frattempo, però, pur non rifuggendo dalle terapie classiche per un atteggiamento aprioristico, mi sono documentata su terapie alternative e di “sostegno”, diciamo così. E nella mia vita sono entrati la fondazione Pantellini, l’ascorbato di potassio, la clorella, la pastiglia alla curcuma, la colazione Budwig e una alimentazione più corretta come consiglia il prof. Berrino, che Dio l’abbia in gloria. Non faranno miracoli queste “terapie” ma sicuramente aiutano. All’inizio sono stata molto costante e attentissima a non “sgarrare”. Adesso ogni tanto mi “distraggo” ma che ci vogliamo fare? La costanza non è davvero il mio forte.

P.S. Spero Red di avere soddisfatto le tue curiosità. Inutile dire che i link fanno parte integrante del post.

Natività su riccio

Eccomi qui: confusa e mediamente felice in una giornata piena di nuvole che promettono pioggia da stamattina senza che sia stata versata una sola goccia. Giornata comunque più fresca anche se qui non c’è ancora indizio di autunno nell’aria. Più fresca significa che non c’è stato bisogno di usare i condizionatori come invece abbiamo dovuto fare nei giorni scorsi. Ieri vi parlavo di un invito a cena che è poi diventato un pranzo. Domani a pranzo avrò la mia amica F. e dovere di ospitalità impone che la casa sia almeno presentabile onde per cui io e il mio compagno abbiamo cercato di mettere un po’ d’ordine oggi. E devo dire che, nonostante sembrasse un’idea piuttosto ardita all’inizio, in qualche modo ce l’abbiamo fatta. Un’unica stanza non abbiamo toccato che è la stanza degli orrori. In tutte le case che si rispettano c’è una stanza degli orrori e la mia è una casa del tutto rispettabile. Credetemi sulla fiducia. Prima di scoprire di essermi ammalata e per tre anni consecutivi io e il mio compagno abbiamo camminato tanto e camminando camminando abbiamo raccolto una quantità industriale di conchiglie e legni levigati dal mare. Diverse conchiglie e legnetti hanno trovato degna collocazione nell’arredamento della casa ma la maggior parte sono man mano confluiti in buste di plastica che sono esponenzialmente cresciute nel tempo e che non riuscendo più a sistemare in  modo degno ché gli spazi sono ridotti e i mobili pochi hanno cominciato a occupare gli spazi sotto i letti. Questa era giusto la premessa. Ma torniamo ai fatti. Avremo poi modo di parlare della stanza degli orrori nei prossimi giorni. Quindi dicevamo che domani a pranzo viene la mia amica vegana a cui ho promesso una bella grigliata di verdure. Dopo lunga riflessione e discussione con il compagno si è deciso il seguente menù:

  1. Purè di fave secche accompagnate da peperoni e melanzane fritte. E qui solo i salentini o chi le ha assaggiate queste delizie può capirne la bontà e la portata calorica!
  2. Melanzane grigliate condite con aglio, aceto e menta.
  3. Cicoria lessa condita con limone.
  4. Frutta a volontà.
  5. Negramaro per condire il tutto e …

per finire il dolce. Ma che dolce preparare. Anche con i dolci vegani il problema c’è. E il latte no. E le uova no. E la farina doppio zero neanche a parlarne. Troppo raffinata. E lo zucchero no se non di canna integrale e certificato bio. Una parola trovarlo qui al confine del mondo uno zucchero così … Alla fine abbiamo optato per questo:

DSCN6472Che cos’è? Lo sapete? Dolce di grano.

Ingredienti: grano (qb), uva sultanina (qb), prugne della California (ancora più qb non molte, mi raccomando), miele(qb) e infine noci tritate (qb). Mi dicono dalla regia che sarebbe una ricetta di origine campana. Le prugne della California sono una trovata tutta nostra però ché uva sultanina non ne avevamo abbastanza e uscire per la spesa era davvero un po’ troppo. Il gusto complessivo è buono ma vuoi mettere un po’ di tiramisù? E’ tutta un’altra storia, credetemi. Ma fatemi arrivare al dunque ché ancora non ci siamo arrivati. Alla cara Svirgola qui presente che, come qualcuno di voi già sa, se ne deve inventare almeno una al giorno, sgusciando le noci si è accesa una lampadina. E se … se facessi una natività in un guscio di noce? Sarebbe bello, no? Ma come le faccio le statuine? Pasta di sale? no. Meglio la pasta di porcellana fredda. Non vi dico come ho combinato la cucina  … man mano che creavo. La natività in noce non l’ho fatta. Spazi troppo angusti, dannazione. Mica facile in spazi piccoli così … mi sono momentaneamente arresa ma ho ripiegato su questa natività su riccio. A me piace. Voi che ne dite?

DSCN6509Inutile aggiungere che la natività in noce è giusto procrastinata. La aggiungo alla challenge list a fare compagnia al mahjong. 😉

Indovina chi viene a cena?

Fonte http://www.vegfacile.info/ricette-vegan.html
Primi e secondi facili e veloci
Ecco i nostri suggerimenti per iniziare: Pasta coi ceci; Riso e lenticchie; Pasta fredda; Zuppa di legumi e cereali; Risotto di piselli (“Risi e bisi”); Risotto thailandese. Come secondi: Insalata di avocado e pomodori; Frittata di ceci e zucchine; Frittata… “di niente”!; Verdure spadellate; Insalatone; Fagioli stufati; Patate al forno; Cavolfiore e ceci; Polpette di ceci; Misto di verdure a foglia verde stufato; Sformato di spinaci e farina di ceci; Torte salate; Polpette di pane; Melanzane ripiene.
Vai negli approfondimenti per trovare le ricette!
Piatti a base di seitan e tofu
Per sperimentare questi ingredienti nuovi, che, ricordiamo, si possono ormai trovare in ogni supermercato, suggeriamo le facili ricette: Seitan impanato; Seitan alla veneziana; Seitan e patate; Seitan e piselli; Pizzette di tofu; Insalata di pomodori e tofu; Carote spadellate con tofu; Tofumini al verde.
Vai negli approfondimenti per trovare le ricette!

Problema: e per dolce?

Ora non vorrei dire che tristezza (opss ... l'ho detto!), ché i vegani sono agguerriti e sempre dietro l'angolo per smascherare le malefatte di noi crudeli onnivori ma cosa ne penserebbero i miei amici della Sardegna di un menù così? Ce la facciamo a rinunciare al maialetto e alle costolette d'agnello o al cinghiale in umido? Come si fa a bagnare di cannonau una "frittata di niente" o il Seitan e patate?

Mah … comunque sia, se una amica vegana vuoi invitare un menù vegano devi preparare e quindi qui stasera stiamo studiando. Ce la faranno i nostri eroi?

P.S. to be continued

 

Tutto il resto è … soia

Premessa: amo i piaceri della tavola. Prediligo frutta e verdura mentre non ho mai amato la carne rossa che consumo moderatamente da sempre. Quando qualche giorno fa mi è stato diagnosticato un cancro sono andata a rivedere tra le altre cose anche la mia alimentazione per renderla un po’ più sana. Si fa un po’ di tutto per restare aggrappati alla vita ed io ci sto provando (se riuscissi anche a smettere di fumare … ma ho imparato che non bisogna mai chiedere troppo a noi stessi!).

Il bello del cancro è che ti costringe a rifare i conti col tempo e a rivedere un po’ tutti gli amici (se dico prima che sia troppo tardi sappiate che sto facendo una battuta ironica e lo dico sorridendo). E’ così che nell’ultimo mese ho rivisto (quasi) tutti i miei amici più cari che sono stati informati del mio stato di non-salute attuale in modi diversi, chi con un motto di spirito, chi in modo più serioso. Qualche giorno fa è stata la volta di F. amica carissima che non vedevo da tre anni.

F. è arrivata a casa mia fresca come una rosa nonostante i quasi quaranta gradi che c’erano all’esterno. Mi ha abbracciata e sono stata subito travolta da un intenso odore di mandorla. Io e la mia gamba tagliata abbiamo registrato questo odore come un fatto piuttosto insolito conoscendo F. e la sobrietà che da sempre la contraddistingue. La spiegazione non si è fatta attendere.

Appena tornata da Oxford si è ritrovata il bagaglio rotto. Bagaglio stipato all’inverosimile dove avevano trovato posto anche un bagnoschiuma e uno shampoo alle mandorle comprato a Natura Sì. Consapevole dei rischi che correva ha deciso di metterli in valigia considerati i costi di tali prodotti. Il risultato è stato quello che anche voi ormai sapete. Diverse confezioni di tè e tutta una valigia al sapore di mandorla.

Io: Ehm … Natura sì.

Lei: Sì, sono vegana ora.

Io: basta che tu non sia di quei vegani che rompono il … (omissis)!

Lei: No, io no.

Io: Ti ha fatto bene questa tua dieta vegana. Dimostri almento venti anni di meno. Sei bellissima.

Lei: Seeeeeeee ……

Riflessioni mie non espresse verbalmente. Questa alimentazione le sta facendo davvero bene. E’ molto più bella di venti anni fa … accipicchia! Sarà mica il caso di diventare vegani!!! Farà quest’effetto a tutti? Un’unica nota dissonante c’è stata. Me ne sono accorta io ed anche la mia gamba tagliata. Una nota dissonante nel tono. Ha detto “Io sono vegana” quasi come se si stesse presentando a me per la prima volta, quasi ad asserire una sua nuova identità a partire dalla quale cambia anche la nostra storia di amicizia. Io sono vegana. Ho sorriso. Cara amica mia sei la solita insicura di sempre, sempre in cerca di un’etichetta che parli per te, di un biglietto da visita … Tu non sei vegana. Tu sei sempre la mia amica F. che tra le tante cose è anche vegana ed io ti voglio bene ora che sei tra le altre cose vegana come te ne ho sempre voluto anche prima quando vegana non eri.

E tutto il resto è … soia.