Non mi sono mai chiesta perchè proprio io ma sempre e solo perchè. Ho sempre allontanato la domanda senza starci a pensare a lungo pensando che forse era più utile dedicarsi al “Che cosa faccio ora?”. Il medico l’altro giorno mi diceva che tre sono normalmente le motivazioni più comuni nell’insorgenza dei tumori come il mio: un motivo genetico (che io a occhio e croce escluderei. Non ci sono nella storia clinica della mia famiglia precedenti in questo senso); una prolungata esposizione a radiazioni (e lì per lì mi è sembrato di dovere escludere questa possibilità) e la cura in età infantile di leucemie, linfomi di hodgkin e simili malattie (e questa era da escludersi categoricamente; a parte le malattie esantematiche più comuni, io altro non ho avuto).
Si vede che non sono più intuitiva come un tempo, e i miei due neuroni lavorano a corrente alternata se non ho pensato prima a Quirra e al suo salto che tanti altri salti ha provocato e nel buio. Tredici anni ci ho vissuto là attorno e già allora se ne parlava. Non era quantomeno singolare la frequente insorgenza di tumori in un territorio così ristretto?
Quando mi sono trasferita dalla Sardegna alla Puglia, non ho voluto rompere del tutto con quei miei tredici anni. Sono rimasta in contatto con i miei ex studenti via facebook. Alessio era uno di quelli. Nei miei ultimi contatti con lui, lui mi scriveva da un ospedale di Firenze dove faceva la chemioterapia, zero capelli su un incarnato pallidissimo e occhi segnati. Non so se sia morto lì o se l’abbiano riportato a casa. Lo sapeva che stava morendo. E’ difficile trovare le parole. Probabilmente le avrò sbagliate tutte le parole in quei contatti o forse no. Chi può dirlo? Il suo profilo facebook è ancora aperto a distanza di diversi anni. Io ci vado ogni tanto e penso a lui e piango pensando a un ragazzo che non è mai diventato uomo. E se poi penso che adesso avrebbe potuto essere sposo e padre e felice e infelice ma comunque vivo e che è stato dato in pasto ai vermi per questo:
Poligono di Quirra: “Dietro tumori e feti deformi 300 tonnellate di veleni”
mi viene una rabbia che spaccherei il mondo.
Devo ricordare di dirlo la prossima volta al mio medico che non si può escludere che anche io sia affetta dalla Sindrome di Quirra.
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