
L’Angelo e la Pazienza
Mah, che dire? Questo è il risultato. All’altezza delle mie aspettative? Non ve lo dico, per ora. A voi, che ve ne pare?
P.S. La canzone fa parte integrante dell’opera. 😉
L’Angelo e la Pazienza
Mah, che dire? Questo è il risultato. All’altezza delle mie aspettative? Non ve lo dico, per ora. A voi, che ve ne pare?
P.S. La canzone fa parte integrante dell’opera. 😉
“Che altro si potrebbe mostrare se non quel che si vede? Quel ch’è semplicemente vero e sfugge all’uomo.”
Marguerite Duras, Il Mare Scritto
Marguerite e il mare scritto
“Mio Dio, mio Dio, a chi assisto? Quanti sono io? Chi è io? Cos’è questo intervallo che c’è tra me e me?”
(Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine)
L’idea di Pessoa
… qualcuno direbbe.
Svirgola’s Message in a bottle
Stai vivendo una sorta di deja vu? No, non si tratta di deja vu:
Svirgola’s Trova le differenze
I fichi d’India, una delle pietre più belle della mia serie sarda, sono stati imbottigliati e, secondo me, è una strana consonanza che proprio oggi io abbia riaperto la serie. 😉
Quando mi sento giù, e capita ogni tanto, quando mi sento soverchiata dalla tristezza, dalla nostalgia, dalla mancanza e sovente succede, quando non capisco ragioni e non vedo rimedi, mi faccio un bagno di Fossati e così è stamattina. Vi posto l’ultima canzone, quella che sto ascoltando ora e che è una delle sue che preferisco:
Nel video si vedono delle scene tratte da “Il cuore altrove”, bel film di Pupi Avati con una magnifica parte di Neri Marcorè.
In punta di lapis ho provato ancora una volta a disegnare Anna. Le somiglia? Lei si riconoscerebbe? Boh. Mi basterebbe aver catturato un/millesimo della sua anima e della sua passione. Di se stessa diceva:
“Ce metti una vita a piacerti, e poi arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci.Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… e a chi no, mejo così. Anche se lo ammetto, è più raro trovà un uomo a cui piaci, che te piace, che beccà uno ricco sfondato a Porta Portese!
Ce metti na vita per contà i difetti e riderce sopra, perché so belli, perché so i tuoi. Perché senza tutti quei difetti, e chi saresti? Nessuno.
Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante.
Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”.
Eppure, dopo tanti anni li ho capiti.
C’ho messo na vita intera per piacermi.
E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!”
Mah! A me è sempre sembrata bellissima.
Alda
Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
(Io non ho bisogno di denaro, Alda Merini)
In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
Il Suonatore Jones (Fabrizio De Andrè)
Sezione 1.
Follia.
Svirgola’s Ὑπατία
“Chi è il terzo che sempre ti cammina accanto?
Se conto, siamo soltanto tu ed io insieme
Ma quando guardo innanzi a me lungo la strada bianca
C’è sempre un altro che ti cammina accanto
Che scivola ravvolto in un ammanto bruno, incappucciato
Io non so se sia un uomo o una donna
– Ma chi è che ti sta sull’altro fianco?”
(T.S. Eliot, The Waste Land and Other Poems)
Triste, solitario, final e anche un po’ nano, il mio suonatore di launeddas.
Svirgola’s Suonatore di Launeddas
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